PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA, MA QUANTI SONO I NUOVI BOSS?
(ANSA) - PALERMO, 9 APR - La cattura, cinque anni fa, di
Bernardo Provenzano non solo affermo' il potere dello Stato ma
contribui' ad allentare la ''sudditanza psicologica'' dei
siciliani rispetto alla mafia. Furono questi, dice all'ANSA il
procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, gli effetti
dell'arresto del padrino dopo 43 anni di latitanza.
''Dopo poco tempo - ricorda Grasso - molti giovani chiesero
di lavorare nei terreni confiscati alla mafia. Era il segno che
finalmente si era dato slancio alla speranza di emancipazione
dal condizionamento mafioso''.
La caduta di Provenzano fu anche un ''colpo durissimo'' per
l'organizzazione perche', sottolinea il procuratore, il boss era
considerato un fondamentale ''punto di riferimento per le grandi
decisioni strategiche di Cosa nostra''. L'importanza del suo
ruolo e' dimostrata dal fatto che per un certo periodo
l'organizzazione e' arrivata vicino a una condizione di
''disfacimento''. ''Stavolta il regime del 41 bis ha messo in
crisi - dice Grasso - anche la regola che il capo mandamento in
carcere non perde la sua autorita' e il suo potere tanto che
veniva sostituito da un reggente per la gestione ordinaria degli
affari''. Il vuoto creato dalle grandi operazioni di polizia ha
costretto la mafia a ricorrere, secondo Grasso, a un tentativo
di ricostituzione di una ''cupola'' e di una struttura di
comando. ''Si tratta - aggiunge - di un'operazione resa
difficile dal fatto che sono venuti meno molti punti di
riferimento. Ma non si puo' pensare che Cosa nostra abbia
dichiarato la resa totale. E' possibile che, oltre a Matteo
Messina Denaro, siano nati nuovi boss. Gianni Nicchi era una
meteora subito tramontata. Ma quanti altri come Nicchi si stanno
muovendo dietro le quinte?''. (ANSA).
YP8-NU
09-APR-11 18:33