PROCURATORE DNA,IN 2 ANNI E MEZZO RISCHIO RITORNO BENI A CRIMINE
(ANSA) - ROMA, 20 OTT - ''E' vero che il nuovo codice
antimafia ha introdotto molte novita', ma non tutte sono
positive'', come nel caso dei termini troppo stringenti per il
decreto di confisca dei beni in mano alla criminalita'
organizzata. Ad affermarlo e' il procuratore nazionale
antimafia, Piero Grasso, nel corso del primo congresso nazionale
degli Amministratori giudiziari dei beni sequestrati e
confiscati alle mafie. I due anni e sei mesi previsti per
giungere, anche in appello, alla confisca di beni e aziende
nelle mani della criminalita' sono troppo brevi, soprattutto se
si considera - ha sottolineato Grasso - che ''in Corte di
appello sono necessari anni e anni per compiere accertamenti.
Per questo avevamo proposto, ma il suggerimento non e' stato
accolto, la sospensione del termine durante la perizia''.
Il rischio e' che i beni sequestrati alle mafie tornino nelle
mani dei boss prima della definitiva confisca. ''In una logica
di processo breve non si risolve cosi' il problema della
celerita' del processo'', ha commentato il procuratore Antimafia
augurandosi che ''cio' non si traduca in una diminuzione delle
garanzie'', vale a dire in una tendenza a chiedere ''meno
perizie per fare presto''.
Tenuto conto poi che in media ammonta a circa 20 miliardi di
euro il valore dei beni sequestrati ogni anno e a 3 miliardi
quello dei beni confiscati, Grasso suggerisce piu' risorse agli
uffici giudiziari che in questo settore compiono il maggior
numero di recuperi: ''Dare un premio, vale a dire piu' mezzi,
alle procure che piu' producono forse non sarebbe sbagliato''.
(ANSA).
BAO
20-OTT-11 18:17