PERPLESSITA' PROCURATORE ANTIMAFIA ASCOLTATO DALLA COMMISSIONE
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - ''Lo avremo preso Provenzano, lo
storico capo latitante di Cosa Nostra, se avessimo avuto in
vigore norme come quelle previste dall'attuale ddl sulle
intercettazioni che appesantiscono moltissimo il ricorso alle
riprese visive che ci hanno consentito, con telecamere piazzate
in tutta Corleone, di arrivare al rifugio del boss?''. La
domanda retorica viene dal Procuratore nazionale antimafia Piero
Grasso al termine dell'audizione svoltasi oggi in Commissione
Antimafia nell'ambito della quale ''da tecnico'' ha evidenziato
molte criticita' del ddl con il quale il governo vuole
modificare il regime delle captazioni visive e ambientali.
''Nonostante i tanti passi in avanti fatti con le modifiche
al ddl - ha detto Grasso - mi pare che ci siano problemi
generali che continuano a rimanere''. Tra questi, con diretta
incidenza sulle indagini di criminalita' organizzata, c'e'
appunto quello della ''perfetta equiparazione tra riprese visive
e acquisizione dei tabulati: saranno utilizzabili le riprese,
fatte con telecamere piazzate dalla polizia, dal momento che ora
e' richiesta una autorizzazione equipollente a quella per le
intercettazioni?''. Secondo Grasso il ddl avra' una ''refluenza
sui reati di mafia e terrorismo''. ''Gia' abbiamo molti problemi
perche' sempre piu' i clan comunicano con Skype e altri mezzi
che non sono intercettabili - ha aggiunto il capo della procura
antimafia - se poi ci limitano anche l'uso degli strumenti che
abbiamo, come appunto le intercettazioni, allora diventa una
contraddizione invocare la necessita' di dare maggiore sicurezza
ai cittadini e poi togliere agli inquirenti gli strumenti per la
prevenzione dei reati. Vanno puniti gli eccessi nel ricorso alle
intercettazioni, ma non si possono togliere le
intercettazioni''. (ANSA).
NM
25-FEB-09 17:27