PROCURATORE, RIVOLTA MORALE CONTRO INERZIA VIGLIACCA E AFFARISMO
(ANSA) - PALERMO, 10 MAG - ''La lotta alla mafia dovrebbe
essere posta tra le priorita' di qualsiasi partito al governo,
ma spesso, purtroppo, non e' cosi'''. Nel ventennale delle
stragi di Capaci e a pochi giorni dalle elezioni amministrative,
il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso lancia un
appello ai partiti perche' facciano la loro parte nella lotta
alle infiltrazioni mafiose, senza indugi, e auspica un'azione di
contrasto che abbia corsie preferenziali e voti unanimi.
''Una battaglia ancora poco condivisa ma che non fa sconti a
nessuno, perche' Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra si espandono
nelle regioni del Nord secondo quella linea della Palma
profetizzata da Sciascia'', dice il procuratore rivolgendosi
agli studenti presenti nell'aula magna della facolta' di
Medicina di Palermo per l'ultimo incontro organizzato dalla
fondazione Falcone insieme a Confindustria Sicilia e all'ateneo
del capoluogo. Una presa di posizione che diventa piu' netta
quando invita tutti ad agire, attraverso ''una rivolta morale
contro quelle istituzioni che tolgono la liberta' di pensiero e
azione e favoriscono gli individualismi''. Ma il procuratore
nazionale e' duro anche ''con quella classe dirigente che della
propria discrezionalita' ha fatto arbitrio, e che invece di
servire le istituzioni se ne e' servita per soddisfare la
propria sete di guadagno e di potere, e che e' grata se le e'
consentito rivendicare questo favore. Occorre una rivolta morale
contro l'inerzia vigliacca e l'affarismo equivoco''.
Un invito a dare segnali forti alla collettivita' condiviso
da piu' parti, a partire dalla presidente della fondazione,
Maria Falcone, che all'indomani della polemica sul mancato
invito al presidente della regione Raffaele Lombardo per le
manifestazioni del ventennale, ribadisce che il governatore
''avrebbe fatto molto meglio a dimettersi anche per seguire i
suoi problemi giudiziari''. ''Bisogna dare le risposte giuste
alla societa' - dice - siamo stanchi di vedere inciuci vari''.
Fa appello a un senso di responsabilita' maggiore anche il
vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello che auspica ''un
patto tra tutte le realta' sociali e politiche, perche' anche i
partiti possono erogare sanzioni sociali, come abbiamo fatto noi
con il codice etico. Piu' direttamente, i partiti dovrebbero
intervenire anche con l'espulsione nei confronti dei loro
esponenti e iscritti che pur non avendo responsabilita' penali
rilevanti rafforzano con i loro comportamenti e le loro
complicita' la presenza mafiosa sul territorio''. (ANSA).
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10-MAG-12 17:09