mercoledì 16 maggio 2012
MAFIA: GRASSO, FALCONE UCCISO ANCHE PER FERMARE TANGENTOPOLI
(ANSA) - PALERMO, 16 MAG - ''Certamente Falcone, come
Borsellino, erano dei nemici da bloccare per quello che potevano
continuare a fare. Ma l'attentato di Capaci, per le modalita'
non usuali per Cosa Nostra, fu anche un messaggio di tipo
terroristico non tanto eversivo quanto conservativo per frenare
le spinte che venivano fuori da tangentopoli contro una politica
che era in crisi''. Queste le valutazioni del Procuratore
nazionale antimafia Pietro Grasso in un'intervista rilasciata al
Corriere.it.
''Per noi e' lacerante intuire ma non potere ancora
dimostrare'', afferma Grasso secondo il quale ''la strategia
stragista sia iniziata prima di Capaci e cioe' con l'omicidio
Lima. E' li' che scatta un segnale per cui lo stesso Falcone mi
disse 'Adesso puo' succedere di tutto' ''.
Grasso racconta anche dei suoi rapporti personali: ''Falcone
suscitava tanta invidia perche' essendo un fuoriclasse metteva
in luce la mediocrita' degli altri''. Nel corso dell'intervista
Grasso mostrato anche l'accendino di Falcone. ''Per e' una
reliquia. Me lo lascio' Giovanni alcuni giorni prima
dell'attentato. Aveva smesso di fumare e mi disse: 'Tienilo tu,
me lo restituirai se dovessi riprendere a fumare'. Ogni tanto
penso di doverglielo ridare. Lo tengo sempre in tasca e mi aiuta
a superare i momenti difficili pensando anche a tutti gli
attacchi che subi' Falcone''. (ANSA).
NU
16-MAG-12 11:16