PROCURATORE, EMOZIONA COMUNITA' NEL SEGNO FALCONE E BORSELLINO
(ANSA) - SAN PATRIGNANO (RIMINI), 6 OTT - Un intero
auditorium, fitto di giovani, rapito dal racconto di una
esistenza e dall'esortazione a una ''scelta radicale''. Dalle
parole dense di emozione per l'esempio e l'eredita' lasciate dai
giudici Falcone e Borsellino. Doveva essere un semplice saluto,
quello del Procuratore generale antimafia, Pietro Grasso, ai
tanti ragazzi saliti sulle colline riminesi per l'edizione 2012
dei 'WeFree Days'. Invece, a San Patrignano e' andata in scena
una vera e propria lezione di vita. Applaudita e commossa.
''La scelta deve essere radicale - attacca il magistrato -:
bisogna scegliere, nella vita, da che parte stare. Lo dico
sempre quando parlo di mafia - aggiunge -: con la sola violenza
e la repressione non riusciamo a risolvere il problema. Invece -
ammonisce - dobbiamo coinvolgere la gente, i giovani, smuovere
le loro coscienze: la vita e' frutto di scelte, anche le cose
piu' stupide possono indirizzare'' una esistenza. Segnarla in
maniera indelebile.
Davanti ai giovani, a San Patrignano per riflettere sulle
dipendenze e sul disagio nell'eta' verde, Grasso ripercorre la
sua vita, toccando il tasto della scelta fatta nel 1985, quando
gli venne proposto di fare il giudice a latere nel maxi processo
alla mafia, ''cambiando per sempre'' il suo percorso.
''Ne parlai con mia moglie - racconta - se mi avesse detto di
no, avrei dato le dimissioni: non avrei avuto il coraggio di
tornare a lavorare con i miei colleghi dopo avere rifiutato la
proposta''. Certo, spiega, ''e' stato difficile'', anche per le
pressioni sulla famiglia e per il timore per il figlio, allora
14enne.
''Un giorno era andato in palestra a giocare a basket, al
citofono di casa, una voce disse: 'i figli si sa quando escono,
non si sa se ritornano...'''. In pratica, osserva, ''gli e'
stata rovinata la fanciullezza e per anni ho sentito in lui un
rancore sordo verso il lavoro che gli aveva tolto un padre.
Abbiamo recuperato il rapporto dopo la strage di Capaci e la
morte di Falcone perche' ha capito che nel nostro lavoro si puo'
anche morire'' per difendere valori, principi e giustizia.
Passaggi difficili, molto applauditi dai ragazzi riuniti a
San Patrignano, consequenziali ad ''una scelta'' di fondo
precisa e netta. Nei giorni del maxi processo alla cupola
mafiosa, quelli del lavoro ininterrotto ''per scrivere le
motivazioni delle sentenze in tempo per evitare prescrizioni e
scarcerazioni, un processo che finisce a gabbie vuote'',
argomenta ancora Grasso, ''ho ripensato alle parole di Antonino
Caponnetto, guida del pool anti mafia,: 'ragazzo, vai a schiena
dritta e a testa alta e segui la tua coscienza. Questo - chiosa
-mi da' una serenita' eccezionale''.
Considerazioni che esaltano la platea, riunita in un ultimo
caloroso applauso quando Grasso saluta ricordando che ''i miei
punti di riferimento sono i giudici Falcone, Borsellino e
Chinnici: i loro - chiosa - sono i valori che io spero di
riuscire a trasmettere ai giovani''. (ANSA).
AG
06-OTT-12 16:30