IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA SPIEGA COSA NOSTRA AI RAGAZZI
(ANSA) - TORINO, 13 MAG - ''La presenza della mafia ha
influenzato la mia formazione fin da ragazzo sopratutto perche'
non riuscivo a capire la ragione di tanta violenza. Quando a
scuola si scrivevano i temi e mi si chiedeva cosa avrei fatto da
grande, scrivevo senza esitazione il magistrato. Da adulto, la
prima cosa che ho fatto e' stata partecipare al concorso per
entrare in magistratura''. Lo ha detto il Procuratore Nazionale
Antimafia oggi al Salone del Libro di Torino.
In una sala stracolma Grasso ha presentato il suo libro ''Per
non morir di mafia'' (Sperling & Kupfer) davanti ad una platea
di studenti attenti e silenziosi.
Grasso ha ricordato ai ragazzi i libri che hanno contribuito
alla sua formazione su questo tema ''Il giorno della civetta'' e
''La Sicilia'' come metafora di Leonardo Sciascia e ''Il
padrino'' di Mario Puzo, romanzo da cui è stato tratto l'omonimo
film di Francis Ford Coppola. ''Quello che mi ha convinto a
continuare sulla strada intrapresa - ha aggiunto Grasso - sono
stati prima il ruolo di giudice al maxi-processo con 475
imputati e subito dopo il lavoro svolto durante il periodo di
consulente della commissione antimafia.
Grasso ha poi spiegato che e' il consenso l' elemento
fondante dell'organizzazione mafiosa e che i cittadini,
tollerando la mafia, accettano di essere sudditi: ''Se si e'
sudditi lo si e sempre: della politica come della mafia. La
mafia puo' e deve essere combattuta in qualsiasi luogo, a Roma
come a Palermo, dalle forze dell'ordine, dai magistrati, ma
anche da tutti i cittadini. Del resto Falcone sosteneva che la
mafia e' un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani, prima
o poi avra' fine''. (ANSA)
BEC
13-MAG-11 20:26