sabato 29 ottobre 2011

TANGENTI: GRASSO, MAI NASCOSTO INTERCETTAZIONI

(ANSA) - PALERMO, 29 OTT - ''Le conversazioni del professor Lapis con tre politici siciliani (Carlo Vizzini, Saverio Romano e Salvatore Cuffaro) non furono trascritte ne' comunque segnalate dai carabinieri incaricati delle indagini e dell'esecuzione delle intercettazioni, come dagli stessi dichiarato in atti processuali. Pertanto, ne' i titolari del procedimento, i colleghi Pignatone, Lari, Prestipino, Sava e Buzzolani, ne' tantomeno io, venimmo mai a conoscenza dell'esistenza di quelle intercettazioni''. Lo precisa il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso in merito all'articolo di Marco Travaglio ''Non nominare il pm invano'' pubblicato dall'ultimo numero de L'Espresso. Nell'articolo, Travaglio afferma che le intercettazioni di Lapis (che ora la procura di Palermo ha chiesto al Parlamento di poter utilizzare nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta corruzione dei tre politici, che avrebbero ricevuto soldi da Massimo Ciancimino) ''risalgono al 2003-2004, quando si indagava su Ciancimino jr per il riciclaggio del tesoro del padre''. ''Perche' sono giunte alle Camere soltanto ora, sette anni dopo?'' chiede Travaglio sottolineando che in quegli anni ''l'indagine e' coordinata dall'allora procuratore Piero Grasso e dal fedele aggiunto Giuseppe Pignatone. Che usano le intercettazioni per incriminare e far arrestare il giovane Ciancimino ma non per indagare i tre politici. Perche'?''. Dal canto suo Grasso ricorda inoltre che il procedimento ''si e' concluso con la condanna di Ciancimino e di Lapis confermata dalla Cassazione'' e che ''dal luglio 2004 Cuffaro (poi condannato in via definitiva n.d.r.) era indagato dalla Procura di Palermo'' (all'epoca diretta dallo stesso Grasso n.d.r.). Il procuratore fa notare inoltre che il ministro Romano e' stato indagato nel 2005 dall'ufficio inquirente palermitano prima che Grasso fosse nominato capo della Dna e che l'archiviazione del fascicolo e' stata chiesta solo nel 2011. ''E' stato il gip - precisa - a rigettare la richiesta''. Il magistrato specifica anche che la circolare a sua firma richiamata dall'articolo (scrive Travaglio che nella circolare Grasso ''ordinava di non citare mai nei probgliatti e nelle richieste di proroga le telefonate in cui comparissero le voci di parlamentari prima che il Parlamento avesse concesso l'autorizzazione'') ''dava corretta esecuzione alla normativa allora vigente, emanata proprio per evitare l'inevitabile acquisizione agli atti, e quindi la pubblicazione, di conversazioni in cui i parlamentari erano interlocutori di soggetti intercettati''. La legge venne cambiata solo dopo la sentenza della Corte Costituzionale del novembre del 2007. ''Contrariamente a quanto prospettato nell'articolo, - spiega - la circolare disponeva che la polizia giudiziaria, prima di riversarne il contenuto nelle informative delle indagini delegate, riferisse per iscritto sulle intercettazioni in cui fossero state registrate conversazioni di parlamentari proprio al fine di valutare la possibilita' di richiedere alla Camera di appartenenza l'autorizzazione all'utilizzazione''.(ANSA). SR 29-OTT-11 17:23